RIFLESSIONE. PEPPE SINI: SETTE TESI DOPO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI


La marcia Perugia-Assisi del 14 ottobre 2001 e' stata la piu' grande
epifania della pace, la piu' grande manifestazione contro la guerra, il
terrore e l'uccidere che si sia data nel mondo in questi tragici mesi dopo
l'orrore dell'11 settembre e gli orrori a quell'orrore seguiti ed in corso.
1. Si illudevano taluni che della marcia di Aldo Capitini si potesse fare un
uso improprio, si potesse farne bottino e mercimonio.
Invece essa e' stata, ancora una volta, il luogo visibile e veggente
dell'impegno per la pace il piu' nitido ed intransigente, la nonviolenza in
cammino.
2. Lo sanno quelli che quei ventiquattro chilometri sono ormai anni o
decenni che se li camminano davvero: si puo' entrare nella marcia con mille
riserve mentali, imbevuti di radicati pregiudizi e diffidenze reciproche.
Ma la marcia ti chiama e ti scioglie il cuore indurito. Ed anche chi vi
entra con duplice intento ne esce con animo perturbato e commosso.
Anche e forse soprattutto questo e' la marcia della pace: un cammino
interiore di meditazione e di riconoscimento di umanita'.
3. Continueranno, coloro che hanno voluto la guerra e dieci e due anni fa ed
oggi ancora, a mentire a se stessi e ai mass-media, continueranno.
E come loro, insieme a loro, continueranno, coloro che riproducono nel loro
agire autoritarismo, militarismo e maschilismo fascista (sono esempi di modi
di pensare e di agire fascisti le gesta e le parole di molti leaderini -
anche in tuta e in tonaca - del movimento cosiddetto
"antiglobalizzazione"), continueranno, si', ad adorare in pubblico o in
privato la violenza (i piu' ipocriti: la violenza "levatrice"), e la
menzogna, come sola forma di comunicazione che conoscono, riconoscono e
ammirano e venerano; continueranno.
Ma la loro menzogna, la loro violenza, cadono smascherate a fronte della
nonviolenza e della nonmenzogna: e la marcia, ancora una volta, e' stata la
marcia di migliaia, forse di centinaia di migliaia di donne e di uomini di
volonta' buona che non si riconoscono nei maneggi e nelle doppiezze dei
sepolcri imbiancati.
4. La marcia per la pace e' stata la prima grande risposta dell'umanita'
alle stragi terroriste. Alle stragi terroriste commesse da gruppi della
criminalita' organizzata, ed a quelle commesse da eserciti statali.
Essa ripudia tutte le stragi, tutte le guerre, tutte le uccisioni.
Essa rivendica la comune umanita' di tutti gli esseri umani.
5. La marcia della pace e' la nonviolenza in cammino.
E dunque: la marcia e' solo cominciata; l'opposizione alla guerra e al
terrore, all'ingiustizia globale, questa opposizione e' oggi piu' limpida e
piu' forte.
6. E dunque al lavoro.
Agiamo per fermare la guerra, per difendere il diritto internazionale e la
legalita' costituzionale, per salvare le vite umane delle persone bersaglio
dei bombardamenti in corso.
Ed agiamo con la nonviolenza, con la scelta della nonviolenza, la limpidezza
della nonviolenza, la forza della nonviolenza.
Subito, adesso, occorre imporre a chi governa e rappresenta il nostro paese
di recedere dal crimine commesso con la deliberazione parlamentare che
aderendo alla guerra ha violato la Costituzione ed ha collocato fuori della
legge governo, parlamento e capo dello Stato.
L'Italia torni alla legalita', e si adoperi per la pace, subito.
7. Per ottenere questo, con la scelta della nonviolenza, per la pace e la
legalita', proponiamo di preparare ed organizzare: l'azione diretta
nonviolenta; la disobbedienza civile; lo sciopero generale.