SIAMO ANDATI A GENOVA A MANIFESTARE IL NOSTRO DISSENSO VERSO I “GRANDI” DELLA TERRA CHE VOGLIONO GOVERNARE IL MONDO AFFAMANDO I POPOLI E DISTRUGGENDO L’AMBIENTE

“Alle ragioni della forza rispondiamo con la forza della ragione”

Forse eravamo 300 mila da ogni parte d’Italia, e tanti dal resto del mondo, molti di più del previsto per dire no alla ingiustizia e anche per testimoniare solidarietà per la giovane vita spezzata di Carlo Giuliani ucciso per mano di un altro giovane colpevolmente assegnato a servizi cui non era preparato.

Chi siamo? Giovani, adulti, bambini e anziani, uomini e donne, comunisti e cristiani, ambientalisti e laici, gente d’ogni ispirazione e d’ogni provenienza che mai in vita loro hanno usato un’arma e mai la useranno, uniti dal comune rifiuto dell’ingiustizia e dell’indigenza e dall’impegno per la costruzione di un mondo profondamente diverso sottratto ai tentacoli del liberismo selvaggio.

Le forze dell’ordine su direttive che rivelano il vero volto di questo Governo non ha fatto nulla per neutralizzare quei pochi violenti estranei alla manifestazione ma ha infierito contro di noi. Ha caricato in più punti il corteo per disarticolarlo e disperderlo causando un pauroso fuggi-fuggi che solo per fortuna non ha provocato una strage: migliaia di persone inermi schiacciate contro il muro, senza via di fuga, costretti a salti vertiginosi verso il mare inseguite, insultate e picchiate. Il nostro amico l’avvocato Stefano Palmisano a Genova non solo per manifestare ma anche per svolgere il suo lavoro di assistenza legale (con tanto di scritta sulla maglietta), è stato colpito duramente dalle forze dell’ordine e poi ricoverato in ospedale: a lui la nostra fraterna solidarietà, alle autorità giudiziaria competente l’invito di accertare le responsabilità degli agenti picchiatori.

Siamo qui per dirvi 

-         che il movimento, denominato “popolo di Seattle” combatte contro la globalizzazione neoliberista per le tragedie che questa provvoca lontano e vicino a noi;

-         che è in atto un uso antidemocratico delle forze dell’ordine, col tentativo di deformarne il ruolo  trasformandole in strumento di lotta politica come ai tempi del fascismo;

-         che continueremo a lottare in maniera assolutamente pacifica e non violenta usando solo  strumenti costituzionalmente legittimi;

Coordinamento "Brindisi Social Forum"